La messa in scena di Jérôme Deschamps, cruda e senza pretese, mette in primo piano la commedia, il testo e il lato farsesco dell'opera di Molière. Sul palcoscenico ci si agita, si corre e si cavalca con leggerezza e allegria, con una generosità che arriva dritta al cuore del pubblico.

Molière non è mai stato così delizioso da ascoltare, vanificando i piani del patriarca taccagno con un'ironia pungente.

Il “vecchio sogno” di Jérôme Deschamps si è avverato: dopo aver messo in scena Le Bourgeois gentilhomme con musica e balletto, ha allestito una produzione leggera e spoglia della commedia di Molière.

Il suo lungo sodalizio con il drammaturgo gli consente di calarsi nel ruolo di Arpagone con assoluta malignità: abito nero e fragola bianca, pancia piena, occhi cadenti, un guanto rosso all'inizio della commedia e una piccola vanga appesa alla vita.

Un ruolo su misura! Con solo una vecchia poltrona, una gabbia per uccelli e l'indispensabile cassetta come oggetti di scena, la troupe riesce a dare vita a questa commedia di carattere sulla tirannia domestica, il matrimonio forzato e la misoginia.

Temi cari a Molière e ancora attuali (!), resi vivi dalla grazia degli attori, che creano personaggi vivaci e giocosi per affrontare un Arpagone invecchiato, avido e terrorizzato dalla morte. Una vera delizia...